Proprio “Risvegli poetici” è il nome di un gruppo di poeti giovani che hanno scelto di movimentare la cultura della Gallura, Tempio in particolare, riunendosi, discutendo di poesia, organizzando letture pubbliche, e qualcuno iniziando a pubblicare sillogi di poesia.

Questa è appena una nota, quasi un saluto di buonaugurio, un incoraggiamento a non smettere, ad allargare il loro orizzonte, lottando magari contro la penuria dei tempi che di tutto hanno bisogno, meno che di poesia che “non dat panem.” Parrebbe. Ma così non è. E lo si evince proprio dal fatto che a reagire siano proprio i più maltrattati, i più con poche speranze per il futuro: i giovani.

Parlare di loro, dimenticando almeno per un pò di incensare mostri sacri e penne d’oro, porta bene.

Ci sono poi casi anche più incoraggianti, quasi rari, di giovanissimi poeti che sono andati via “quasi in fasce” da Tempio e si stanno affermando nel “continente”.

Basterà parlare di Rossella Maiore Tamponi che “mastra Fenu” incoraggiò, già in seconda elementare, con un tassativo: “Hai il dono della poesia. Se non diventerai poetessa seria la colpa sarà tua”. Naturalmente la maestra, poetessa anche lei, non si limitò a questa specie di diktat. Continuò a seguirla anche da lontano. C’è da dire che allora (un bel pò di anni fa), la scuola era scuola davvero, con un bel gruzzolo di materie complementari costruttive tra le quali la poesia. C’era almeno l’intelligenza di spargere semi nuovi intorno alle materie tradizionali, con la speranza che qualcuno cadesse in terreno fertile.

Il primo risultato ”fuori dalle mura”, è la pubblicazione di un prezioso librino di poesie in lingua italiana, intitolato “Le camere attigue”, uscito da poco a Milano per le Edizioni del Foglio Clandestino.

Vi si legge la vita di una creatura al femminile che scende dal treno sferragliante della realtà per saltare su quello silenzioso di una riflessione necessaria perché la realtà stessa venga sublimata da un discernimento più veritiero delle cose e dei “segni” che le connotano.

Giorgio Linguaglossa che di poesia se ne intende, e che non ha bisogno di presentazioni, fa posto a Rossella nella sua riflessione “La crisi della critica e la crisi della poesia”, uscita su Associazione culturale Milanocosa, con queste parole che hanno valore di viatico:”Il discorso poetico dell’autrice che vive e  lavora a Genova, in questa prova di esordio è davvero convincente, tutto inscritto entro il piano conservativo dello stile, ciò che la Maiore Tamponi conserva davvero è il nucleo di una poesia aderente agli “oggetti”, agli “interni e agli esterni”, agli spigoli, al “crocicchio dei sentieri”, al quotidiano che fluisce tra le pareti di un condominio; direi una poesia metaforica, che tende alla metafora come suo luogo naturale”.

Questi i poeti “del dire”, ma a Tempio stanno fiorendo altre attività di giovani che possono essere chiamati i “poeti del fare”. Penso a due ragazze (ma felicemente sposate e con figli) che hanno messo su da poco un “Istituto Palladio,Scuola privata e di recupero anni, Centro di Preparazione Professionale”. A vederle lavorare, queste due giovanissime signore, c’è da scommettere in un loro successo che aiuterà la città a riflettere su ciò che è stata, che è e che sarà. Franco Fresi